Prof. Alberto Roggia

Perche' utilizzare microscopio e telescopio operatore nella chirurgia radicale del tumore prostatico? Domande e risposte.

Intervista al Prof. Alberto Roggia.
Come guarire totalmente, riducendo al minimo il rischio di incontinenza delle urine e di impotenza e disturbi sessuali. Le tecniche chirurgiche ottimali e più moderne.

Domanda: Prof. Roggia, a dicembre 2009 la RAI ha voluto ancora una volta intervistarla, sulla moderna chirurgia della prostata attuata mediante appositi microscopi o telescopi in salaoperatoria. Ci può spiegare meglio di cosa si tratta?
Risposta: Il tumore prostatico maligno è guaribile perfettamente nel 98-99 % dei casi, ovviamente se ancora localizzato e non diffuso a distanza: da ciò l’importanza di una rigorosa valutazione preoperatoria con ecografia transrettale, TC, scintigrafia ossea, al fine di consentire all’Urologo di pianificare la strategia terapeutica più idonea per il singolo paziente.
La chirurgia radicale-completa del tumore è estremamente delicata e richiede grande esperienza dell’urologo operatore per assicurare i migliori risultati: è una chirurgia che, nello stesso intervento chirurgico, ha un momento demolitivo ed un successivo momento ricostruttivo che richiede grandissima precisione tecnica.

Domanda: Ci può spiegare più dettagliatamente, Prof Roggia in cosa consistono questi tempi operatori demolitivi e ricostruttivi?
Risposta: Anzitutto l’urologo deve asportare totalmente la prostata, le vescicole seminali, il tessuto attorno la prostata e talora anche i linfonodi, e questo è detto momento demolitivi radicale, poi l’urologo deve immediatamente ripristinare la continuità tra vescica e uretra, e pertanto il tempo è ricostruttivo, e ciò richiede una tecnica estremamente precisa e minuziosa, che rispetti tutte le strutture anatomiche importantissime per la continenza dell’urina e per il mantenimento dell’attività sessuale. E’ facile per il lettore intuire l’estrema utilità di poter disporre di immagini molto ingrandite, ma al contempo nitidissime. Da ciò l’importanza di moderni
sistemi di ingrandimento e amplificazione delle immagini mediante telescopi chirurgici appositi o microscopi frontali autofocus e che hanno richiamato l’attenzione di RAIDUE, nel programma Medicina-33 del Dott. Luciano Onder, nel dicembre 2009.(vedi filmato RAI DUE)

Domanda: La chirurgia con microscopio e telescopio operatoreè diffusa in Italia? Quali vantaggi comporta?
Risposta: E’ evidente che le lenti telescopiche chirurgiche o il microscopio frontale autofocus consentono una visione superlativa delle più piccole strutture anatomiche (vasi, nervi, strutture muscolari), cosa non attuabile con l’occhio umano che non è in grado né di ingrandire né di zoomare le immagini. Tali mezzi di ingrandimento permettono all’urologo di poter utilizzare strumenti chirurgici quanto mai fini e delicati, consentendo di realizzare una chirurgia altamente precisa e delicata, che è pressoché microchirurgica e quasi atraumatica. Il momento più delicato è infatti la dissezione tra prostata e vescica da un lato, e prostata e uretra dall’altro con una tecnica che possa rispettare il più possibile le importanti e nobili strutture sfinteriali che stanno alla base della continenza delle urine.

Domanda: Quali sono le tecniche più utilizzate oggi nella chirurgia del tumore?
Risposta: Dal lato strettamente oncologico, cioè di guarigione completa e totale del tumore, tutte le tecniche consentono la stessa percentuale di guarigione, che si assesta sul 98-99% dei casi. Quindi sia la tecnica classica, cosiddetta “a cielo aperto”, sia quella laparoscopica e robotica “a cielo chiuso” sono tutte ottimali per l’asportazione totale del tumore. Ma per la qualità di vita futura del paziente, soprattutto per quanto concerne il mantenimento della continenza urinaria e dell’attività sessuale sono ovviamente preferibili le tecniche che consentano un’amplificazione ottica delle immagini del campo operatorio al fine di utilizzare strumentazione chirurgica quanto mai precisa e
microchirurgica. Pertanto i migliori risultati sono oggi segnalati sia con la chirurgia robotica sia con la chirurgia a cielo aperto purchè supportata da telescopi chirurgici e microscopi operatori.