Prof. Alberto Roggia

Induratio penis plastica ed incurvamento del pene

La Induratio Penis Plastica, nota anche come malattia di La Peyronie, è patologia frequente che colpisce pazienti di tutte le età, ma con predilezione della fascia tra i 30 e 60 anni: sono però colpiti anche pazienti di 20-30 anni). Nella Induratio Penis Plastica una zona cicatriziale “anelastica”, o poco elastica ,sostituisce una area della delicata tunica albuginea dei due corpi cavernosi ,limitandone la estensione durante la erezione e pertanto determinando talvolta anche una erezione ricurva in vario modo e con varia angolature: oltre a ciò si associa spesso deficit di erezione o erezione insufficiente, con ovvie ansie e frustrazioni.
Il quadro clinico più evidente è pertanto lo incurvamento progressivo del pene cioè una deviazione del suo asse durante la erezione, preceduto spesso da periodi di dolenzia o sensazione fastidiosa a carico del pene durante il processo di erezione: ma è bene sapere che la deviazione del pene compare dopo molto tempo (mesi o anche anni dallo inizio della malattia !) per cui purtroppo la diagnosi è spesso troppo tardiva, e ciò non consente risultati ottimali di guarigione.

Purtroppo, infatti solo nel 5 % dei casi la diagnosi di malattia viene fatta precocemente, cioè accertata allo stadio iniziale ( che è uno stadio infiammatorio, senza però, il più delle volte, alcun disturbo al paziente!) in cui una adeguata e corretta terapia precoce potrebbe prevenire la evoluzione della malattia verso fibrosi e consentire la guarigione totale. Nei primi mesi o anni la sintomatologia è spesse volte molto nascosta e lieve: talora il paziente avverte solo la sensazione (che diventa ben presto una certezza) di una certa difficoltà a “mantenere “ la erezione, che inizia bene ma poi la rigidità si riduce rapidamente ; altre
volte i sintomi sono localizzati al pene ed estremamente vaghi e modesti, come parestesie peniene o lievissimi “fastidi” durante o subito dopo la erezione, e tutto ciò fa si che il paziente spesso non dia la giusta importanza a tali disturbi (anche perché il pene è ancora diritto, senza deviazioni e incurvamenti) e lasci passare troppo tempo prima di rivolgersi allo specialista andrologo o specialista urologo esperto particolarmente nelle patologie andrologiche.

Ne deriva come importante sia la diagnosi accurata precisa, ma pure precoce: oggi è infatti possibile diagnosticare, nella stragrande maggioranza dei casi, gli inizi di una fibrosi dei corpi cavernosi con esami “non invasivi”, come il penogramma radioisotopico ed la indagine ecografica ed ecocolordoppler “basale” (senza cioè ricorrere necessariamente alle iniezioni di prostaglandine), che non possono però prescindere dalla preventiva e fondamentale visita da parte dello specialista andrologo o dallo specialista andrologo o specialista urologo esperto particolarmente nelle patologie andrologiche.

Di grande utilità diagnostica si è rilevata molto recentemente una nuova indagine che si effettua assieme e contemporaneamente alla ecografia ed eco-color-dopller peniena-cavernosa : si tratta della elastosonografia per la valutazione della visco-elasticità dei tessuti per la diagnosi precoce di tutti gli stati fibrotici a carico dei due corpi cavernosi e della induratio penis plastica . Tale esame elastosonografico consente di ottenere dati quanto mai precisi ed utili nel percorso diagnostico soprattutto se è associato anche alla moderna elastografia STRAIN IMAGING (S.E.) ed alla elastografia SHEAR WAVE (S.W.E.) perchè tali accertamenti consentono anche la valutazione sia qualitativa che quantitativa della visco-elasticità dei tessuti analizzati e pertanto della eventuale ”rigidità tissutale cavernosa “, che può essere associata alla fibrosi dell' albuginea dei due corpi cavernosi : la elastografia è sempre effettuabile in condizioni “basali” cioè con pene in fase di flaccidità , e quindi senza alcun dolore o fastidio al paziente, in quanto non occorre assolutamente ricorrere alle erezioni indotte da prostaglandine iniettate nei corpi cavernosi. Per la valutazione della circolazione arteriosa/venosa , la indagine eco color doppler, sempre “basale” (cioè senza dover ricorrere ad indagini con erezioni indotte dalle iniezioni nel corpo cavernoso ) associata al Penogramma radioisotopico permettono la miglior definizione circolatoria arteriosa e venosa dei due corpi cavernosi , che sono i veri propri “propulsori” della erezione.

Sarà in tal modo possibile impostare le cure farmacologiche o farmacologiche-fisiche più idonee per curare le fibrosi dei corpi cavernosi al loro insorgere( la prima fase è rappresentata dalla flogosi iniziale, cioè da uno stato infiammatorio ),consentendone anche la guarigione ompleta in molti casi, ed evitando la evoluzione verso un quadro eclatante di induratio penis plastica con incurvameno e deformazione del pene. Da ricordare che la diagnosi precoce consentirebbe inmoltissimi casi la guarigione totale o comunque la non evoluzione della malattia (che ha un periodo di incubazione anche di molti anni), perché permette curare radicalmente lo stato infiammatorio iniziale localizzato ai due corpi cavernosi, evitando la evoluzione verso la fibrosi.

Nella cura della INDURATIO PENIS PLASTICA è necessario colpire CINQUE BERSAGLI od OBBIETTIVI

Occorre ricordare che le varie terapie  devono indirizzarsi rigorosamente sui seguenti cinque  obbiettivi , al fine di mirare ai migliori risultati  :

  1. Disattivare al più presto la malattia del pene , ciò “ bloccarla “ nella sua costante evoluzione naturale : questo è senza dubbio il primo passo di cura ed indispensabile se si vuole fermare la patologia,  al fine di bloccare il processo infiammatorio che è la causa della fibrosi e delle placche scerojaline.Siccome tale malattia nasce sempre da una infiammazione  (per varie cause, microtraumatiche o autoimmuni od altre ancora non conosciute correttamente)  a carico della tunica, o albuginea,  dei due corpi cavernosi o del setto inter-cavernoso , la terapia di attacco consiglia certamente le iniezioni di farmaci, soprattutto come cortisonici  o anche altre molecole,  da iniettare,  sotto la fascia di Buck ,  a contatto o intra la area fibrotica . Occorrono generalmente 10-12 iniezioni (circa 1 o 2 alla settimana) , pressochè indolori e senza effetti collaterali o complicanze , ed inoltre ben tollerate dal paziente  perchè precedute da apposita crema anestetica  al prepuzio e utilizzo di aghi sottilissimi.
    Pertanto il primo bersaglio a cui deve assolutamente mirare la cura della fibrosi è (come è ben immaginabile ) rivolto a  “bloccare” o come si suol dire scientificamente “disattivare” la malattia che ha colpito i  corpi cavernosi e setto del pene,  malattia che inevitabilmente continuerebbe a crescere e svilupparsi sia pure in modo del tutto imprevedibile e bizzarro  (nel senso che si possono registrare periodi di “fermo”o quiescenza anche lunghi , ma poi improvvisamente la fibrosi si “riaccende” cioè si  “riattiva” ,  avanza e progredisce peggiorando la situazione clinica e rendendo ben più difficile la cura della patologia stessa
  2. Ridurre sempre più le dimensioni della aree fibrotiche , al fine di ripristinare, se possibile,  una situazione di normalità.     Per mirare a tale obbiettivo occorre fare utilizzo di varie molecole terapeutiche che servono per contrastare e ridurre la produzione istologica di eccessivo tessuto collageno e  migliorando nel contempo il microcircolo  .
  3. Migliorare la elasticità :  la fibrosi determina sempre una riduzione della elasticità dei corpi cavernosi e del setto intercavernoso  (infatti il valore di Kpa delle aree fibrotiche è sempre superiore a 20-25 arrivando pure a valori di Kpa 70-100-130 )  ed è ben evidente a tutti come la elasticità dei corpi cavernosi sia valore di massima importanza per la corretta erezione del pene , per cui dopo aver ottenuto la “disattivazione “o “BLOCCO “ della  malattia occorre anche utilizzare vari farmaci al fine di migliorare le fibre elastiche della tunica albuginea di rivestimento dei due corpi cavernosi ed il setto intercavernoso.
  4. Migliorare la circolazione arteriosa e venosa dei due corpi cavernosi.
    Infatti molto frequentemente i vari esami colordoppler ed il penogramma segnalano  come nella fibrosi la circolazione vascolare sia nettamente deficitaria.
  5. Nella  Induratio Penis Plastica , oltre ai 4 obbiettivi sopra indicati, possono essere indicate varie altre terapie :   chirurgia di placca  (cioè asportazione selettiva radicale delle placche sclerojaline tipiche della malattia),  ortocorporoplastiche  (finalizzate al raddrizzamento del pene qualora fosse fortemente deviato nel suo asse durante la erezione) ,  collagenasi (enzima in grado di realizzare il degradamento delle varie componenti del collageno delle placche, e quindo correggere lo incurvamento del pene).  Tutte queste terapie vengono  rigorosamente valutate dal Medico Specialista Andrologo o Urologo-Andrologo che consiglierà la cura idonea cioè personalizzata e “su misura” al caso clinico specifico.

N.B. =
è consigliabile però che la terapia chirurgica e la cura dell'incurvamento siano la “tappa finale “ a cui il paziente giunge dopo che è stato sottoposto a varie terapie (mediche orali, ,infiltrative, fisiche ecc...) al fine ben preciso di “ bloccare il processo infiammatorio” che ,se rimane in atto, può altrimenti evolvere ulteriormente favorendo la insorgenza di  altre aree di  fibrosi e quindi generando  una  nuova placca di Induratio Penis Plastica che determinerà un ulteriore incurvamento o accorciamento del pene, oltre a peggiorare decisamente la erezione.

E' ben noto come un trattamento  finalizzato solo  alla cura  dell'incurvamento (e non alla cura della causa di insorgenza della malattia ) e che venga però  eseguito quando il processo infiammatorio è ancora in atto , è destinato all'insuccesso .

Occorre cioè in prima istanza BLOCCARE o DISATTIVARE il processo infiammatorio o, come si dice scientificamente “ stabilizzare  la placca /placche” tipiche della induratio penis pastica,  utilizzando le molteplici terapie che hanno la finalità di colpire i quattro bersagli sopra indicati.
E' infatti  evidente che i  migliori risultati si ottengono se sono state effettuate rigorosamente  tutte le terapie consigliate dallo specialista ,  e quindi tutte le cure che hanno cercato di colpire anzitutto   i  QUATTRO  BERSAGLI o OBBIETTIVI sopra indicati al fine anzitutto di  “disattivare e bloccare “ la evoluzione della malattia.

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Le  CAUSE  più frequenti di  DEVIAZIONE DELL'ASSE DEL PENE e cioè del  PENE CURVO  sono varie :
 alcune congenite dalla nascita  mentre  altre ,  più frequentemente, acquisite .

Pertanto il pene curvo o storto si osserva non solo nei casi di Induratio Penis Plastica ma pure in altre patologie che schematicamente qui segnaliamo:

a)  ipospadia : è una causa congenita, cioè dalla nascita,  per cui l'orifizio da cui esce il getto di urina nella minzione (chiamato meato uretrale esterno) non è posto in cima al glande ma in una posizione arretrata, che può essere sempre sul glande ma talora anche a metà del pene o  più in basso, e sempre sulla superficie inferiore del pene.
In tali casi il pene risulta curvo (e si osserva ciò già con pene flaccido nei primi mesi o anni di vita del piccolo paziente) a causa sia della brevità dell'uretra sia a causa di una fibrosi , ( chiamata “chordèe” dagli Autori Anglosassoni, con ciò indicando una “corda fibrosa “ che funge da briglia )  che si trova sopra i corpi cavernosi ed il setto intercavernoso .
Vedi vari articoli di “Urologia Pediatrica” in questo sito.

b)   incurvamento congenito giovanile o “recurvatum congenito” del pene .   Nello sviluppo,  il ragazzo si accorge che il proprio  pene  si curva, cioè non è perfettamente in asse  verticale,  durante le prime erezioni  : ciò è dovuto ad un asimmetrico sviluppo (per causa congenita) della tunica di rivestimento , chiamata albuginea , dei due corpi cavernosi,  per cui in pratica durante la erezione è come se una superficie  di tale tunica si espandesse  più facilmente e completamente rispetto ad una altra superficie di quello stesso corpo che è come un “cilindro ”, termine  con cui possiamo definire per comodità e più facile spiegazione  il corpo cavernoso a superficie cilindrica del pene.

c) fibrosi della tunica albuginea dei corpi cavernosi e del setto intercavernoso : vedi vari articoli in questo sito.

d) Induratio Penis Plastica

e)  traumi vari e contusioni al pene

f) infezioni al pene e corpi cavernosi

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Corporoplastica di raddrizzamento : varie tecniche chirurgiche:

  • Tecnica di Nesbith
  • Tecnica di Heineke-Mickulicz-Yachia
  • Tecnica di Ebbenoj-Metz
    Conseguenze: accorciamento del pene di 0,5-1-1,5 cm
    Soddisfazione del paziente 95-99%
  • Innesto controlaterale di patch dermico o patch venoso
    Non accorciamento dell’asta


Si consiglia la lettura dei seguenti articoli in questo sito:

Il lettore potrà approfondire tutti gli argomenti andrologici, deficit sessuali maschili e disfunzioni erettili maschili navigando in: www.andrologiadisfunzionierettili.it