Prof. Alberto Roggia

Le Protesi peniene nella cura della impotenza

Quando è indicato  il loro impianto ,  modelli di protesi a disposizione,  grado di soddisfazione del paziente e della coppia.

 Le disfunzioni erettili  registrano varie cause di insorgenza , chiamate etiopatogenetiche :
la Induratio Penis Plastica,  gravi traumi al pene e perineo , cause arteriogeniche cioè insufficiente afflusso di sangue arterioso ai corpi cavernosi come si può realizzare nel diabete e nella patologie dismetaboliche, cause venose “ veno-occlusive”  con eccessivo accelerato deflusso del sangue venoso nota come ”fuga venosa” , cause  iatrogene quale compare talora  dopo interventi chirurgici pelvici-perineali, dopo radioterapia pelvica , e dopo prostatectomia radicale per tumore prostatico con Robot qualora non fosse possibile effettuare il risparmio o salvataggio dei fasci vascolo-nervosi preposti alla erezione, inoltre cause  disendocrine da  adenoma ipofisario, ipo-ipertiroidismo, ipogonadismo,  cause  tossiche  come abuso di alcol, droghe , eccessivo fumo per molti anni  , cause  dismetaboliche e da patologie organiche generali , come  dislipidemia per alti livelli di colesterolo e trigliceridi , diabete mellito 1 e 2,  insufficienza epatica e renale ,  e pure  anche cause psicologiche e psichiatriche.
Tutte queste cause richiedono strategie  di cure personalizzate e specifiche  , sulla base sia della visita clinica e sia dell'esito di  accurati esami diagnostici che verranno consigliati dallo specialista andrologo . In tale ambito  le  possibilità di cure comprendono un ampio ventaglio a disposizione : dalle terapie orali alle  onde urto focalizzate a bassa intensità, alle  terapie iniettive intra- o periplacche a carico dei corpi cavernosi, terapia iniettiva di collagenasi nelle gravi deviazioni dell'asse del pene,  prostaglandine intracavernose, farmaci orali vasoattivi come sildenafil, tadalafil, vardenafil, anafranil ,ecc...ecc... 

Quando il paziente è fortemente è motivato a volere riprendere la attività sessuale , e tutte le strategie terapeutiche adottate precedentemente,  sempre ovviamente su consiglio dello specialista  Andrologo  non hanno consentito di ottenere risultati giudicati soddisfacenti dal paziente e pure dalla coppia  per cui il paziente presenta una impotenza rappresentata da  grave deficit di tumescenza e rigidità tale che  impedisce il coito, in tali casi l'unica possibilità terapeutica è l' impianto di una protesi  nei  due corpi cavernosi.
I primi interventi furono eseguiti in USA negli anni '60 , in Italia dal 1971. I progressi compiuti nella standardizzazione  delle procedure chirurgiche e nella affidabilità  degli impianti protesici hanno reso oggigiorno questo intervento semplice, gravato da ridottissima percentuale di complicanze , ed in grado di ristabilire una accettabile e discreta  funzione sessuale  e di migliorare la qualità della vita sia del paziente che della partner.

Per quanto riguarda la selezione dei pazienti suscettibili di tale impianto protesico occorre una stretta collaborazione con lo psicosessuologo sia pre-intervento che nel periodo post-operatorio.  I migliori candidati sono i pazienti affetti da grave disfunzione erettile da cause organiche quando abbiano fallito tutte le terapie mediche e chirurgiche adottabili nella specifica impotenza , oppure qualora il paziente rifiutasse a priori  le suddette terapie.
In linea di massima l'impianto protesico viene richiesto soprattutto dai pazienti con impotenza da causa diabetica in cui, anche in età  giovanile, incidono gravemente le  alterazioni vascolari (micro e macro-angiopatia) ed i fattori neurologici (neuropatia somatica ed autonomica) , ed anche i pazienti affetti da tumore maligno prostatico quando  anche effettuando la chirurgia radicale con Robot,  non sia possibile “salvare e preservare “ i nervi  o meglio i due fasci vascolo-nervosi preposti alla erezione (tecnica nerve sparing),   in quanto il tumore non è localmente confinato ma si espande oltre la capsula prostatica, infiltra i tessuti peri-prostatici o pure le vescicole  seminali,  o i linfonodi pelvici loco-regionali.    
Grande attenzione meritano i pazienti affetti da disfunzione psicogena pura o psichiatrica  in quanto se la indicazione non è perfettamente valutata la percentuale di insoddisfazione può essere  notevole,  e pure quando non sia stato possibile attuare, o siano stati rifiutati , o anche abbiano fallito i trattamenti psicoterapici .

Una volta posta la indicazione, lo specialista andrologo porta la attenzione sulla scelta del tipo di protesi da impiantare , illustrando  in modo dettagliato i vantaggi di una protesi rispetto ad un altra,  e soprattutto saprà consigliare al paziente la protesi più idonea ed adatta al suo  specifico caso clinico . Oltre a ciò, entrando nei dettagli, il Medico illustrerà  al paziente in modo preciso,  oltre che  il funzionamento delle protesi,  i risultati ottenibili in ambito del processo erettile, cioè la qualità delle future prestazioni sessuali , ed anche le  possibili sia pur rare complicanze  precoci o tardive.

In modo schematico si può  affermare che esistono  essenzialmente due tipi di protesi peniene adottabili nella impotenza erettile qualora non risponda positivamente alle varie strategie terapeutiche precedentemente adottate e sopra indicate:

  1. protesi “non idrauliche “ , semirigide o flessibili , malleabili  : i vantaggi sono il minor costo, la maggior semplicità dell'intervento chirurgico di impianto, la facilità di utilizzo , ma sussiste però lo svantaggio di un atteggiamento innaturale del pene in fase di flaccidità ed  il possibile disagio per il paziente in situazioni particolari come palestra e piscina. 

 

  1. protesi gonfiabili a tre componenti , chiamate anche “ protesi idrauliche” :  oggi sono le più utilizzate perchè consentono al paziente di attivare la pompa inserita nello scroto che serve per gonfiare e sgonfiare i cilindri protesici inseriti  nei corpi cavernosi.   Ciò consente uno stato di erezione o tumescenza ,  ed una condizione di flaccidità o detumescenza , che sono giudicate positivamente dal paziente  e anche dalla partner, in quanto si realizza una buona simulazione delle condizioni di fisiologica  flaccidità e rigidità.   Occorre certamente una discreta manualità che il paziente deve acquisire per la attivazione e disattivazione della protesi.

E' possibile nello stesso tempo chirurgico di impianto della protesi provvedere  anche alla correzione associata di un grave incurvamento del pene,  chiamato “recurvatum”, come si realizza spesse volte nella  Induratio Penis Plastica .

Il  “successo” dell'impianto protesico è legato alle aspettative del paziente , alla relazione di coppia,  ed alle condizioni  psicologiche pre-operatorie  del paziente stesso, e comunque il tasso di soddisfazione è generalmente  alto, superiore all'80 %.

 

 

 

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