Prof. Alberto Roggia


Difficoltoso mantenimento della rigidità del pene , ma talora anche un mancato raggiungimento del massimo grado della rigidità stessa .

Anzitutto precisare come avvenga il meccanismo della erezione , che si presenta schematicamente nelle seguenti TRE fasi sequenziali  :

        1)  FASE DELLA  TUMESCENZA
si attua la   dilatazione delle arterie cavernose ed elicoidali , con incremento del sangue arterioso negli spazi lacunari e progressiva distensione del tessuto cavernoso, cioè il rilasciamento della muscolatura liscia cavernosa  con apertura degli spazi lacunari vascolari

        2)   FASE DELLA  RIGIDITA
aumento della pressione intracavernosa { 150/170 mmHg }per blocco dello scarico venoso a causa dello schiacciamento dei plessi venosi sotto/albuginei tra il tessuto cavernoso e la albugine ( chiamato meccanismo venoso occlusivo) . Infatti la dilatazione degli spazi lacunari vascolari verso la tunica albuginea ,o guaina dei copri cavernosi,  comporta la co-pressione dei canali di drenaggio venoso sub-tunicale  che favorisce lo stato di erezione.

        3)  FASE  DELLA    MASSIMA  RIGIDITA
un ulteriore aumento della pressione intrcavernosa { fino a 200 mmHg} e quindi della rigidita si determina perla contrazione dei muscoli ischio cavernoso e bulbo cavernoso  stimolati dal plesso pudendo e della muscolatura del pavimento pelvico . Questa fase prelude alla espulsione del liquido seminale , cioè alla eiaculazione,   che avviene assieme all'orgasmo , cioè la più alta espressione del piacere sessuale .

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 SINTOMATOLOGIA del difficoltoso mantenimento della massima rigidità del pene :

 E' uno dei più frequenti disturbi della erezione segnalato dal paziente , spesse volte in età anche giovanile, generalmente dai 20 ai 40 anni , determinato da cause organiche  nel 95-97  % dei casi,  anche se l' ansia di prestazione e altri fattori psicologici sono  spesso presenti e possono pertanto  interferire , alimentare o amplificare  il deficit erettile stesso.
Occorre ricordare come il pene sia un organo anatomico  complesso, con un specifica alta dinamicità , caratterizzata   dalla  estensione ed espansione o espandibilit' dei corpi cavernosi e del corpo spongioso che comportano rapido aumento in  lunghezza e larghezza diametrica del pene stesso, al fine di  poter realizzare un normale processo erettile, e questa condizione di tumescenza deve rimanere tale fino al momento della eiaculazione, per portare a termine  un rapporto sessualmente soddisfacente per il paziente e la coppia.
Non raramente  il paziente segnala  invece ,  all'inizio occasionalmente  ma ben presto sempre più frequentemente , l'erezione pur iniziata correttamente perda rapidamente la sua massima  rigidità  , talvolta addirittura  prima ancora della penetrazione coitale, che ne viene ostacolata o inficiata.

DIAGNOSI :
Con tale deficit erettile, è certamente consigliabile una tempestiva visita andrologica, evitando di ricercare, come purtroppo avviene non raramente , la ricerca  in internet di rimedi finalizzati ad  un trattamento “fai da tè” , ricerca foriera di risultati incostanti che per di più non fanno altro che ritardare la diagnosi esatta e quindi le corrette terapie  favorendo  la evoluzione peggiorativa della patologia .
Il Medico specialista andrologo, ascoltando con attenzione il paziente nella segnalazione del disturbo  chiederà,  in una rigorosa raccolta dei dati anamnestici, anche precise  informazioni sulle modalità di insorgenza del deficit erettile , da quanto tempo e la sua  frequenza , e se associato o meno ad una eiaculazione precoce che magari ora appare  ingravescente ,oltre che  se abbia registrato anche alterazioni  della sensibilità del glande o parestesie formicolii al glande o lievi dolenzie o fastidiose sensazioni al  pene in fase eretta ma talora anche in stato di flaccidità  . Nella fibrosi il paziente non segnala una  una riduzione della lunghezza del pene e molto raramente avverte un piccolo  incurvamento dello stesso che non disturba  affatto la penetrazione.  Raccolti questi importanti dati anamnestici , lo specialista  andrologo procede alla visita accurata obbiettiva di tutto l'apparato  genitale maschile soffermandosi soprattutto nell'esame obiettivo del pene , del glande e prepuzio, e palpando accuratamente, con delicatezza,  i corpi cavernosi del pene e il corpo spongioso dell'uretra.

In molti casi  di mancato mantenimento di una idonea  tumescenza , lo Specialista  , già dalla visita clinica obbiettiva  può rilevare palpatoriamente un aumento di consistenza, più o meno lieve,  a carico di  una o più aree dei due corpi cavernosi , oppure solo a carico di un corpo cavernoso:  si tratta ovviamente di un sospetto clinico di  “fibrosi”  a carico della guaina di rivestimento dei due corpi cavernosi o del setto posizionato tra i due corpi cavernosi,  che consiglierà certamente un   tempestivo ed accurato   approfondimento diagnostico con esami specifici,  del tutto indolori e senza alcun disturbo al paziente perchè per tale diagnostica non occorrono necessariamente gli accertamenti diagnostici  invasivi.

Da segnalare che la fibrosi altera il sistema o meccanismo  venoso/occlusivo del pene  causando la cosiddetta e nota “fuga di sangue venoso “ che genera la  ridotta rigidità in fase erettiva .
Ma  oltre a ciò si registra molto spesso anche una riduzione dell'afflusso di sangue arterioso al pene dovuto allo aumento delle resistenza intra/cavernose.

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CAUSE  ORGANICHE del deficit erettile :

Sono in gioco sia cause  micro-traumatiche che  autoimmuni ,  determinanti l' insorgenza della patologia, nota come  “ fibrosi ” , che generano anzitutto una infiammazione a carico della tunica o albuginea dei cavernosi o del setto intercavernoso del pene .  Generalmente tali micro-traumi ,  ripetuti e frequenti nel tempo, realizzabili  sia durante il rapporto sessuale e sia  anche con masturbazioni ,  sono sempre indolori alla loro insorgenza e guariscono spontaneamente con rapidità non comportando alcun disturbo alla tumescenza peniena ,  ma in altri casi stimolano un processo infiammatorio che favorisce  la formazione di tessuto  fibrotico riducendo sempre più  la elasticità dei due corpi cavernosi e del setto intercavernoso, e tale processo è poi sempre attivo ed evolutivo, se non venisse disattivato con idonee tempestiva diagnostica e le  terapie conseguenti.
In dettaglio occorre  precisare che questi micro-traumi  sono in pratica  rappresentati quasi sempre  da semplici atti di ”trazione e tensione” , che però si realizzano  ripetutamente  duranti i rapporti sessuali o l'atto masturbatorio , una trazione che comunque si ripercuote  in prima istanza sulle normali fibre  della tunica albuginea dei corpi cavernosi o del setto intercavernoso. per cui si determina in pratica uno “slaminamento” o  anche talora  la  “ lacerazione” delle fibre stesse con accumulo di fibrina ed attivazione di fibroblasti, e quindi  produzione abnorme di collagene con  contemporanea  riduzione della concentrazione delle fibre elastiche , il che determina una minor elasticità ed espansibilità dei corpi cavernosi e quindi un difficoltoso mantenimento della tumescenza.

Non è esclusa però anche un'altra causa  di insorgenza della fibrosi in quanto da vari studi  emerge che  possa essere  in gioco una patogenesi autoimmune , come avviene in molte altre malattie fibro-proliferative .
Ed è possibile infatti che gli stessi reiterati microtraumi /trazione/tensione sulle fibre dei corpi cavernosi  possano aumentare la disponibilità di autoantigeni necessari per scatenare una risposta autoimmune che innesca la proliferazione fibroblastica con produzione di eccessivo collagene e quindi generando la fibrosi.


E' quanto mai complesso il sistema immunitario in gioco in  questi frangenti:  immunità  innata cioè “non specifica”, ed immunità invece specifica o acquisita . Nella infiammazione da microtraumi  le cellule della immunità si attivano ai fini della difesa e della riparazione che generalmente comporta la guarigione completa del tessuto infiammato:  in gioco i mastociti, le citochine antiinfiammatorie e soprattutto la interleuchina, i macrofagi ed altri vari e complessi  fattori che concorrono alla risoluzione della infiammazione.


Ma invece in altri casi  si realizza una “patologia autoimmune”, non scatenata dai microtraumi , nel senso di una reazione diretta contro i componenti propri dell'organismo umano , cioè l'organismo aggredisce se stesso , trattandosi  quindi  di una  “auto-infiammazione” a carico dei corpi cavernosi del pene  :  in tali eventi sono in gioco i linfociti T prodotti dal timo , un piccolo organo ma importantissimo che si trova dietro alla sterno ed  è l'organo centrale del sistema immunitario .
In pratica è come se il sistema immunitario andasse in tilt per azione di alcune  cellule specifiche  T  che sono  “autoreattive “ e non regolatorie  generando  la formazione di abnorme collagene e di conseguenza  la fibrosi a carico dei corpi cavernosi e del setto intercavernoso del pene.

 DIAGNOSI :

è evidente come sia di fondamentale importanza la  diagnosi precoce , attuabile oltre che con la  indispensabile  visita specialistica andrologia  con gli esami consigliati specifici strumentali che verranno consigliati sulla base del singolo e specifico clinico.
La precocità della corretta e la precisa diagnosi strumentale consente di impostare  tempestivamente le cure multimodali più idonee con ottimi risultati terapeutico , ma ci; [ possibile solamente quando la fibrosi , e quindi il processo infiammatorio che ne è la base,  è ancora in “ fase attiva ed evolutiva “   e non ha ancora raggiunto la fase cronicizzata e stabilizzata. 

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Occorre  subito precisare che la FIBROSI non va confusa ed idendificata con la Malattia di la Peyronie o Induratio Penis plastica
Si tratta  di due patologie  diverse a carico della tunica albuginea dei corpi cavernosi, insorgenti per cause infiammatorie, ma la Induratio Penis Plastica è una malattia del tessuto connettivo  caratterizzata da una o anche plurime “  tipiche  placche rigide “, dure , talora anche calcifiche  associate ad un incurvamento del pene o alla riduzione in lunghezza dello stesso ,ed  inoltre  è una  patologia propria della quinta decade di età ( eta media 50/59 anni nella maggioranza dei casi )  mentre,  come sopra  segnalato ,  la fibrosi compare in età decisamente più giovanile, generalmente  dai 20 ai 40  anni.


Ciò non toglie che si possano verificare le condizioni per cui la  fibrosi,   se non venisse  curata adeguatamente   e tempstivamente, ed anche periodicamente controllata , possa evolvere , sia pure lentamente in una vera e propria Induratio Penis Plastica con formazione di placca che dalla fase florida evolve in placca calcifica cronicizzata condizionando un incurvamento grave del pene,  oltre che dolore al pene  e grave disfunzione erettile o impotenza totale.