Il tumore della vescica comunemente chiamato come “polipo vescicole” è una patologia neoplastica di riscontro molto frequente. Può rimanere senza disturbi per molti anni oppure può manifestarsi con ematuria, cioè comparsa di sangue nelle urine, o con disturbi similari alla cistite recidivante. La diagnosi avviene attraverso l’esecuzione di una ecografia della vescica e/o di una cistoscopia e la ricerca nelle urine di cellule neoplastiche, associata eventualmente al fish-test. Il trattamento è chirurgico, attraverso un primo intervento di resezione endoscopica del polipo vescicale, cosiddetta TURV (senza incisioni addominali). Se il tumore vescicale è superficiale al primo trattamento chirurgico segue una terapia di instillazioni endovescicali (introduzione in vescica attraverso un piccolo catetere vescicale) con farmaci specifici per quel tipo di tumore. Se il tumore è però infiltrante, coinvolge cioè la parete muscolare della vescica, al primo intervento chirurgico endoscopico deve seguire un intervento chirurgico di radicalità completa: cistectomia radicale nella donna, cistectomia e prostatectomia radicale nell’uomo. In base alle condizioni cliniche e patologiche del paziente, all’età, e al tipo istologico di tumore della vescica diagnosticato si possono scegliere diversioni (ricostruzioni) urinarie diverse: si può ricostruire una “nuova” vescica con un’ansa intestinale che viene anastomizzata all’uretra e alla quale vengono anastomizzati gli ureteri, così che il/la paziente può urinare per via naturale: neovescica ortotopica.
In alcuni casi molto avanzati prima o dopo la terapia chirurgica è consigliabile eseguire dei cicli di chemioterapia o radioterapia.
Il calcinoma cosìddetto “in situ”della vescia che generalmente è ad alto grado di malignità trova invece ottime guarigioni nella grande maggioranza dei casi mediante cicli di instillazione endovescicale di farmaci (come ad esempio i BCG) evitando il più delle volte di dover ricorrere alla chirurgia di asportazione della vescica.