Prof. Alberto Roggia

CISTITE : CAUSE, DIAGNOSI E CURE

Molto frequenti le cistiti, soprattutto nel sesso femminile , spesse volte recidivanti , talora croniche. Tuttavia colpiscono anche i bambini e pazienti di sesso maschile. Importanza della diagnosi precoce e della identificazione delle cause scatenanti. Terapie non solo e necessariamente antibiotiche.

Il termine “cistite” indica una “infiammazione” della vescica cioè di quell'organo che funge da serbatoio che raccoglie le urine prodotte dai due reni ed in essa trasportate attraverso gli ureteri : ma tale serbatoio ha pure la funzione importantissima della sua contrazione (le pareti della vescica sono infatti costituite da un sistema muscolare ) per consentire la espulsione delle urine, con quell'atto da tutti conosciuto come minzione.
La vescica presenta una parete che è costituita da una superficie interna , chiamata “mucosa vescicale”( che è
a diretto contatto con le urine) ed una struttura più esterna rappresentata dalla componente muscolare chiamato “detrusore”: la infiammazione generalmente colpisce tutto lo spessore della parete vescicale (mucosa e muscolare) ,spesse volte, ma non necessariamente, accompagnata dalla infezione, cioè dalla presenza di germi o batteri.
Da ciò la distinzione, estremamente importante, tra cistite “batteriche” e cistiti “ non batteriche”( cioè con urinocoltura negativa !) : ne deriva che le prime richiederanno terapie antibiotiche, mentre le forme “ad urinocoltura negativa” si gioveranno solamente di altri provvedimenti terapeutici., come più avanti indicato.
...spostare la seguente frase in basso. In corrisp. Della cistite nelle donne....Si utilizzano in tali casi varie molecole teraqpeutiche, come ossibutinina, detrusitol, mictonorm, toviaz, cistalgan prescritte specificatamente dal Medico di famiglia o dallo specialista urologo, ma saranno di grande utilità anche mirtilli, infurin control,uva ursina,malva associata a blu metilene,ecc( il vostro Farmacista di fiducia potrà consigliarVi al meglio)

Grande attenzione deve essere riservata, dai genitori anzittutto, ai sintomi cistitici osservabili nei bambini : tali cistiti sono spesse accompagnate da infezioni urinarie ad alta carica (urinoculture positive con concentrazioni di batteri superiori a 100.000, ma talora anche superiori a 1.000.000) e si manifestano , nel bimbo “grandicello” , con intensa frequenza minzionale ( ogni 15-30 minuti o anche meno), pianto durante la minzione ma pure “paura” chiaramente espressa dal bimbo prima di inziare la minzione stessa, mentre con la propria mano segnala ai genitori la area anatomica dolente.: il quadro sintomatologico sopra descritto è talora accompagnato da febbre, anche elevata , generalmente a rapida insorgenza .
Nel neonato o comunque sotto i 12-24 mesi, i disturbi cistitici non sono identificabili, e la febbre è il principale segno della infezione , generalmente ad insorgenza improvvisa (direi “esplosiva” ) e può comportare convulsioni, disidratazione importante da non sottovalutare, ed essere accompagnata da sintomi che suppongono una primitiva gatroenterite: indispensabile ovviamente il tempestivo intervento dello specialista Pediatra o Neonatologo per impostare tutte le terapie del caso.

Tutti i casi di infezione urinaria in età pediatrica vanno accuratamente valutati, una volta ottenuta la guarigione clinica, con indagini non invasive (ecografia anzitutto) che servono per identificare eventuali cause malformative congenite a carico dei reni, delle papille ureterali, della vescica ,dell'ureta: anzitutto pertanto, oltre alle urinocolture con conteggio delle colonie e antibiogramma , una ecografia di tutto l'apparato urinario (dai reni alla vescica) : la ecografia potrà segnalare dilatazioni delle cavità renali o di una loro parte (cosiddetta idronefrosi), oppure la presenza di “cicatrici” sulla corticale renale come esiti di pielonefriti, dilatazione del giunto pielo-ureterale a causa di una stenosi (restringimento )rticoli a carico delle pareti vescicali, , ecc...
Sarà lo Specialista Pediatra a consigliare, successivamente alla ecografia, eventuali indagini congenita dalla nascita del tratto di passaggio tra rene ed uretere, dilatazione dello sbocco dell'uretere in vescica noto come ureterocele, presenza di due ureteri nascenti dallo stesso rene, divedi secondo livello, come la fotoscintigrafia renale o la cistografia, in caso di sospetto reflusso vescico-renale e megauretere, o stenosi del giunto o altre patologie malformative congenite. Ricordo che a volte la “ presunta cistite” nel bambino è solo la conseguenza di una fimosi serrata, che ostacola il getto delle urine e favorisce infiammazione-infezione del glande ,del meato uretrale esterno e del prepuzio stesso, troppo stretto, per cui la semplice e doverosa toilette dell'area genitale è ostacolata o impedita totalmente.

Andando sui pazienti adulti che presentano cistitite, la attenzione va anzittutto al sesso femminile in quanto presenta la più alta incidenza di episodi di cistite, spesso recidivante , molte volte ribelle ad ogni terapia antibiotica: già dai 20-30 anni di età la cistite può fare la prima comparsa, non sempre correlabile alla attività sessuale o al ciclo mestruale. Spesse volte la paziente utilizza antibiotici , senza neppure interpellare il proprio Medico di Famiglia, su consiglio solo della mamma o dell'amica: poi , essendosi risolto il quadro clinico , non effettua alcun controllo e non si rivolge neppure al Medico di Famiglia . Altre volte , nonostante la corretta prescrizione terapeutica del proprio Medico , le pazienti interompono le cure non appena l'episodio “fastidioso “sembra risolto. Tutto ciò può spiegare ,sia pure parzialmente, la recidività ed il ripetersi di “cistiti”, che si manifestano con intenso aumento del numero delle minzioni soprattutto durante lo ore diurne, sensazione spiacevole di spasmi endovescicali, bruciori alla minzione talora accompagnata da gocce di sangue rosso-vivo, dolenzia sovra-pubica (sulla proiezione della vescica),bruciori all'ostio vaginale, talora febbricola, raramente febbre alta. La urinocoltura con conteggio delle colonie e lo antibiogramma associato ,consente la terapia “mirata”,( associata ad anti infiammatori e antispastici che agiscano sulla parete muscolare vescicale) con controllo della stessa urinocoltura dopo 7-15 giorni dal termine della cura effettuata ,prescritta dal Medico di Famiglia o dallo specialista Urologo.
Ma non raramente la urinocoltura è ripetutamente negativa, nonostante il sussegursi di episodi di cistite che tanto disturbano e preoccupano le pazienti ,con ripercussioni negative anche sulla vita di relazione e sulla attività sessuale delle stesse: è nevidente che in tali casi una terapia antibiotica non possa sortire risultati positivi, in quanto il problema è legato alla infiammazione e non alla infezione vescicale, con comparsa di vescica” instatibile ed irritabile”. Si utilizzano in tali casi..varie molecole terapeutuche..............(riportare da sopra....) Sono sempre consigliabili alcuni accertamenti che andranno valutati , caso per caso , dallo speciaslista urologo, e che non possono essere estesi indiscrimatamente a tutte le cistiti femminili: così si va dalla indagine ecografica dell'apparato urinario e della vescica in condizioni di massima estensione della vescica , alla ricerca delle cellule neoplastiche nelle urine eventualmente associate al test fish , alla ricerca del bacillo di koch nelle urine, al dosaggio della cretininemia , al tampone uretrale e cervicale per ricerca di clamydia, micoplasmi, ureaplasma, ed in casi del tutto particolari anche alla biopsia vescicale (quando si sospetta una cistite interstiziale o una patologia neoplastica “in situ”)

E nel sesso maschile come si manifesta la cistite ? Una precisazione è d'obbligo in quanto se nella donna la uretra è estremamente breve (per cui esistono possibili infezioni cosiddette retrograde “ascendenti,” con penetrazione in vescica – attraverso appunto la uretra- di germi provenienti dall'esterno, come grandi-piccole labbra vulvari, e anche durante il coito), nel sesso maschile invece la uretra è molto lunga e ciò è a protezione delle possibili infezioni retrograde o ascendenti.
Nella grande maggioranza dei casi la “cistite “ non è mai patologia isolata e singola, ma è pressochè sempre legata alla infiammazione-infezione della ghiandola prostatica: si tratta pertanto di prostatiti acute-subacute o croniche che si manifestano con i sintomi classici della cistite (aumento della frequenza delle minzioni, bruciori minzionali o stranguria) ma sempre associate ai disturbi di una prostata infiammata : ne deriva che il paziente lamenta fatica(chiamata disuria) nella minzione, con un getto debole , ritardato nella sua partenza, spesse volte anche con sangue nelle urine(ematuria) o nello sperma, e non mancano casi di febbre anche elevata con brividi.
La terapia , proposta dal Medico di famiglia o dallo specialista urologo, prenderà in considerazione il caso clinico specifico (febbre, disuria, stranguria, frequenza delle minzioni, età del paziente, patologie associate come diabete,ecc..): pertanto si passa dalle cure antibiotiche, agli antiedemigeni-antispastici, somministrati ora per via orale, ora intramuscolare o anche topica per via rettale ,ecc
Le prostatiti acute sono molto frequenti in età giovanile (20-40 anni), talora scatenate dallo stile di vita e abitudini alimentari (eccesso di birra, superalcoolici), ma talora anche da lunghi viaggi (aereo, treno ,auto) con forzato trattenimento della minzione ed iperdistensione della vescica: talora è positiva la urinocoltura , ma non raramente è negativa la ricerca di germi nelle urine mentre risulta positiva la spermiocoltura. Dopo i 40-50 anni di età lo ingrossamento benigno, progressivo della prostata, favorisce la ostruzione del tratto urinario sottovescicale- uretrale, con getto urinario difficoltoso e mancato svuotamento completo della vescica , per cui il ristagno post-minzionale è evidente fattore favorente della sintomatologia cistitica ingravescente.

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