Molto frequenti queste patologie infettive trasmesse sessualmente che si manifestano generalmente come uretriti e ulcerazioni genitali e che possono provocare gravi complicanze in vari organi del paziente : importanza di diagnosi precoce e terapia specifica mirata.
Interessanti alcune succinte note storiche di queste due malattie tra loro spesse volte confuse per molti secoli . La gonorrea è conosciuta fin dai tempi più remoti tanto da comparire in un documento funerario egiziano circa 2500 anni a.C, mentre la sifilide appare solo successivamente nelle civiltà precolombiane definita col nome decisamente poetico “il male dei fiori”, mentre i peruviani la indicavano come ”peste dei nobili e delle donne”. La confusione tra gonorrea e sifilide derivava che le due malattie erano spesso associate ritenendosi che la gonorrea fosse la prima fase dell sifilide o addirittura una sua complicanza. Solamente nel 1879 Neisser dimostrò che le due malattie sono completamente diverse , identificando il celeberrimo diplococco a “chicco di caffè” che egli chiamò gonococco come l'agente causale della malattia uretrale.
Sifilide : è una malattia contagiosa provocata da una microorganismo che al microscopio si presenta come un sottile filamento cilindrico disposto a spirale chiamato treponema pallidum. Nella grande maggioranza dei casi la sifilide è una malattia venera in quanto il contagio si verifica in relazione a rapporti sessuali per cui le prime lesioni si manifestano a carico degli organi genitali esterni maschili e femminili in quanto il microbo penetra attraverso piccolissime soluzioni di continuo della cute o delle mucose, certamente non sospettate dal paziente in quanto sembrano al paziente stesso come apparentemente sane , ma sono possibili anche lesioni a carico di aree extra-genitali come labbra, mucosa buccale, regione anale e perianale.
Dopo una incubazione di 15-20 giorni dal contagio, ma talora anche tre mesi, compare nel punto della pelle in cui è avvenuta la penetrazione una lesione chiamata “complesso primario o sifiloma“ che appare come un nodulo o piccola papula di colore rosso-cupo, duro al tatto, rilevato , a margini netti, e senza dolore , che a che poco poco si allarga e si trasforma in una ulcera per poi scomparire spontaneamente in 4-8 settimane lasciando una cicatrice che si presenta come una chiazza di colore diverso. Dopo alcuni giorni dalla comparsa del sifiloma , compaiono ingrossamento dei linfonodi regionale come adenopatie multiple e indolori a sede inguinale o crurale. Occorre ricordare che il sifiloma è la principale fonte di contagio e di trasmissione della malattia, per cui il paziente in questa fase di malattia è fortemente contagioso: da ciò l'importanza di una diagnosi quanto mai precoce al suo prima apparire, e quindi impostazione di tempestive cure . Se la malattia non viene diagnosticata in tempi rapidi e quindi non subito curata , il microbo “treponema” entra nella circolazione sanguigna e raggiungendo i vari organi e tessuti dell'organismo con vari disturbi: è questo lo stadio di malattia chiamato “sifilide secondaria” caratterizzato dalla comparsa di diverse macule arrossate e papule sparse su tutto il corpo e soprattutto localizzate al volto, palmo delle mani e dei piedi , ma è pure possibile mal di testa, rialzi febbrili episodici, anemia , perdita di appetito, dimagramento, astenia . Anche queste lesioni cutanee della sifilide secondaria contengono una alta carica di treponemi per cui sono altamente infettanti ed il paziente è quindi ancora contagioso. Se la patologia progredisce ulteriormente si giunge alla fase di “sifilide terziaria” con varie lesioni sia alla pelle ma anche agli organi interni ed soprattutto al sistema nervoso . Da ciò è rilevante l'importanza della diagnosi precoce al primo apparire del sifiloma sulla cute e quando il paziente ha la massima contagiosità : la classica reazione di Wasserman un tempo molto diffusa è oggidì sostituita da accertamenti sierologici di grande sensibilità e specificità come FTA-Abs, TPI, TPHA , anticorpi antitreponema.
Blenorragia o gonorrea : è una infezione , nota comunemente anche col nome di “scolo” a causa della secrezione dal meato uretrale di abbondante essudato-pus, provocata da un germe chiamato” neissera gonorrhoeae”o gonococco costituito da una coppia di elementi la cui forma è paragonata a quella di due chicchi di caffè. La infezione, trasmessa sessualmente, colpisce inizialmente lo sbocco esterno del canale uretrale penetrando anche nell'uretra stessa , inizialmente solo nella fossetta navicolare ma , se non curata la infezione si diffonde in tutta la uretra ,e quindi alla prostata , le vescichette seminali, l'epididimo con gravi ripercussioni su tali organi e possibili danni alla fertilità o soprattutto gravi stenosi uretrali che possono comparire anche a distanza di alcuni anni dalla infezione e che richiedono talvolta ripetuti e complessi interventi chirurgici. La manifestazione clinica è molto precoce dal momento dell'avvenuto del contagio, per cui a distanza di 24 ore compare generalmente un prurito fastidioso al meato uretrale che si trasforma molto rapidamente in un intenso bruciore . Dopo infatti una incubazione di 48 ore , massimo 3-4 giorni, il meato uretrale esterno appare arrossato, dolente , edematoso, gonfio e congesto e si osserva subito la fuoriuscita spontanea oppure ad una lieve spremitura dello stesso meato uretrale di essudato cremoso che diventa ben presto molto abbondante presentandosi come pus giallo o giallo-verdastro, accompagnato molto spesso da bruciore alla minzione, eccessiva frequenza delle minzioni, e talora difficoltà nella minzione stessa.
La diagnosi in fase precoce si ottiene facilmente con esame batterioscopico diretto cioè mediante un semplice striscio su vetrino della secrezione purulenta uretrale con la visualizzazione al microscopio dei tipici gonococchi . In casi particolari occorre optare su esami colturali o la ricerca di antigeni con metodi immunologici come il test immunoenzimatico e il metodo di coagglutinazione. ecc.
Altre infezioni genitali a carico dell'uretra : in ambito infezioni genitali sessualmente trasmesse sono sempre più diffuse ,anche tra i giovani, le infezioni uretrali o uretriti da chlamydia trachomatis, da micoplasmi ed in particolare da ureaplasma urealyticum che si possono presentare inizialmente con sintomatologia non specifica richiedendo la esecuzione di accertamenti colturali specifici mirati come il tampone uretrale e la spermiocoltura con ricerca non solo di germi comuni , di miceti, protozoi, ma pure la ricerca con amplificazione del DNA di clamydia, micoplasmi, ureaplasma, gonococco. Sono infezioni trasmesse pressochè sempre con la attività sessuale e che , se non curate tempestivamente, possono provocare infezione-infiammazioni , che facilmente diventano croniche, a carico nel solo dell'uretra ma pure della prostata e vescicole seminali con possibili danni sulla fertilità del paziente e disturbi alla minzione .
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